Liliana Rampello spiega la visione anticipatrice del femminismo di Woolf a inizio del ‘900: “Era per la differenza di genere prima che per l’emancipazione”
“Virginia Woolf non è una femminista dell’emancipazione, e questo è sconvolgente visto che dice questo all’inizio del secolo – spiega Liliana Rampello, critica letteraria, una delle massime esperte della scritrice inglese, nell’incontro promosso da Virginia Woolf Project – ma è una femminista della libertà e della differenza. Dopo di lei il femminismo ha poi incrociato moltissimo la via dell’emancipazione , dell’uguaglianza e della parità. Ma lei non ha mai voluto essere pari ad un uomo. Per lei il punto è l’affermazione soggettiva di quell’essere differente che è l’essere donna”.
Qui un breve estratto sulla Virginia Woolf femminista tratto dall’incontro per la presentazione di ‘Momenti di essere’ in cui, dopo l’intoduzione di Danila Baldo di Toponomastica femminile, Elisa Bolchi, dell’Italian Virginia Woolf Society, ha colloquiato con Liliana Rampello.
Noi di ViWoP in quella occasione le abbiamo chiesto, a proposito del femminismo: “Woolf ha scritto i celebri trattati ‘Una stanza tutta per sé’ e ‘Le tre ghinee’ , considerati testi importanti per il femminismo: non solo le donne devono avere una stanza e una rendita per poter scrivere ma, spiega Woolf, introducendo la ‘società delle estranee’, non devono puntare alle pari opportunità bensì a distinguere il proprio genere. Tutta l’opera di Virginia, comunque, è impregnata di femminismo. Ma lei come si vedeva in questo senso? E come era vista alla sua epoca?”. Ecco cosa ci ha risposto Liliana Rampello.
‘Momenti di essere’ sul canale youtube Virginia Woolf Project , il video integrale.