A 9 anni, racconta Vincenza Russotto, Annina raccoglie l’uva, impara a guidare il carretto e capisce: ‘Non ci sono lavori da maschi’, bastano volontà e coraggio
In Sicilia la vendemmia si fa a settembre, il caldo fa maturare presto l’uva. Gaetano scelse il dieci settembre per la sua vendemmia. Aveva già lavato e disinfettato con lo zolfo la botte che avrebbe accolto il vino destinato alla famiglia e che sarebbe servito per un intero anno. La vigna era piccola ma la provvidenza grande e ogni vite era cosi carica che non si capiva come potesse sopportare un tale peso. Crocina era incinta di nove mesi, non poteva aiutarlo chè ogni giorno poteva essere quello giusto, ma le figlie si. Annina aveva nove anni e Carmelina sei; bambine robuste, abituate alla fatica. Era ancora buio quando Crocina svegliò le piccole, preparò loro il latte caldo coi biscotti, e le consolò dicendo: “Vedrete che vi divertirete, dovete cantare quando raccogliete l’uva cosi il vino verrà più buono. Le casse pesanti le prenderà papà, voi avete le ceste piccole”.
Il papà le sfidava
Le bambine non parlavano ma ubbidivano, in fondo era eccitante la vendemmia e superato il piccolo trauma per l’alzataccia salirono sul carretto già pronto e attaccato alla mula, e si accoccolarono alle spalle del padre. Avevano con loro l’acqua fresca nel bummulu (contenitore in terracotta) e il pane e il companatico preparati dalla mamma. Mentre andavano era già l’alba, il cielo si tingeva di giallo e di viola. Annina era estasiata dai colori del cielo, nell’aria il cinguettio degli uccelli, per strada il rumore musicale degli altri carretti. Carmelina cerava di dormire un po’ con la testa appoggiata alle gambe della sorella e una copertina addosso per difendersi dal fresco del mattino. Arrivarono che il sole illuminava le viti e i grappoli sembravano gioielli, e si misero subito al lavoro. Tagliavano i grappoli col coltello e li mettevano nel cesto poi quando questo era pieno lo scaricavano nella cassetta che il papà avvicinava e quando questa ultima era ben colma la trasportava a spalle vicino al carretto. Il mulo si riposava legato ad un palo. Le cassette si riempivano presto, le bambine erano brave e veloci, Gaetano velocissimo, e i grappoli erano davvero tanti. Annina cantava, cantare le piaceva; a volte sceglieva le canzoni che imparava frequentando l’azione cattolica e la chiesa, altre volte quelle tradizionali oppure raccontava storie alla sorellina per tenerla buona. Il papà a volte le sfidava: “Dai vediamo se voi due insieme riuscite a raccogliere più uva di me?”
Annina, 9 anni, alla guida del carretto
Naturalmente vinceva sempre lui. Alle dieci si fermarono a fare merenda. Prima si lavarono le mani con l’acqua del pozzo, poi pane formaggio e per ultimo una fetta di cioccolato morbido. Ora c’era caldo e il lavoro diventava più faticoso. Carmelina era svogliata e Annina la distraeva costruendo una casetta con le pietre per la sua bambolina. Finalmente alle due finirono; Gaetano da solo caricò le cassette sul carretto. Ma ad un certo punto si dovette fermare. Le cassette erano troppe, il carico cosi alto diventava pericoloso. Se faceva due viaggi rischiava di trovare il palmento chiuso e allora dove avrebbe custodito l’uva? Era in difficoltà. Gli venne allora l’idea di chiedere al vicino se gli poteva prestare il suo mulo e il suo carretto, glielo avrebbe riportato indietro prima che facesse buio.
Chi avrebbe guidato il secondo carretto? Gli occhi del padre si posarono su Anna. Si, era abbastanza grande per farlo. “Stai tranquilla piccina che il mulo del vicino seguirà il nostro che guiderò io” e le diede i necessari insegnamenti per la guida: “tira la briglia a destra se devi svoltare a destra, a sinistra per svoltare a sinistra, tira le briglie verso di te se devi frenare e non spaventare il mulo”. Annina moriva di paura, ma resasi conto che il papà diceva sul serio non esitò e salì a cassetta. Il carretto di Gaetano era molto più carico e maestoso avanzava per la trazzera che dal campo portava alla strada del palmento. Dietro, il carretto con Annina che con le briglie in mano parlava al mulo per tenerlo calmo e seguiva le indicazioni del padre col cuore in tumulto. Per fortuna il palmento era abbastanza vicino e quando arrivarono il papà e tutti gli uomini presenti le fecero tanti complimenti. Annina soddisfatta si guardò intorno e vide che i presenti erano tutti uomini. In quel momento realizzò che aveva fatto una cosa che di solito facevano solo i maschi. Rimase attonita e pensierosa e capì che non c’erano lavori da maschio e lavori da femmina e che con la volontà e un po’ di coraggio poteva fare tutto quello che voleva.
Vincenza Russotto, 65 anni, dopo aver svolto la professione medica, è ora in pensione. E’ alla sua seconda pubblicazione per Virginia Woolf Project.
La sua prima pubblicazione: Il miracolo dell’acqua
Leggi le altre storie ambientate in Sicilia:
La raccattastorie
La madre ritrovata
Invia anche tu la tua storia qui
Home italiano – Home english