In ‘La Raccattastorie’ la scrittrice Ester Rizzo, racconta la sua giornata spesa a portare alla luce vite di sorelle vissute in altri secoli. Palermo, dicembre 2019.
E’ una giornata di dicembre con il cielo limpido ed il sole che riscalda… una di quelle giornate che solo le terre del sud sanno regalare.
Cammino veloce per le strade del centro di Palermo e ogni tanto alzo gli occhi per ammirare gli antichi palazzi che si susseguono nel mio percorso. Vorrei indugiare più a lungo su queste architetture che mi affascinano ma ho fretta, ho un mistero nella mente e nel cuore che devo risolvere cercando documenti all’Archivio Storico.
Ho percorso molte strade di carta e d’inchiostro e ho incontrato centinaia di donne in terre sconosciute e secoli non vissuti. Mi sono nutrita delle loro storie, ho bevuto le loro lacrime, ho percepito sulla mia pelle il brivido del loro freddo e l’ardire della loro lotta.
I brandelli di vita di tante donne
Nonostante la mia immersione nei rumori e nello stress di giornate frenetiche e nevrotiche che nascono e muoiono velocemente, sono riuscita a raccogliere con infinita pazienza e tanto amore i brandelli di vita di tante donne che ormai sento come sorelle.
Oggi, devo cercare le storie delle donne siciliane che si opposero al conflitto della Prima guerra mondiale e protestarono vigorosamente, che si ribellarono e furono arrestate per quell’ardire. Storie obliate, di cui quasi nessuno parla, di cui si sono perse le tracce nella nebbia del tempo che scorre.
Sono arrivata all’Archivio Storico, varco il pesante portone e il mondo cambia. C’è un vago sentore di umido, odore di libri antichi e vecchi documenti. Si impossessa di me la bramosia che ben conosco: quella della ricerca.
Torno indietro nel tempo di più di cent’anni e tiro fuori la mia inseparabile agenda dove ho scrupolosamente segnato nomi, date, località.
Le antenate
Mi scappa un sorriso guardando il cuoio logoro e consunto del mio supporto cartaceo che nessuna tecnologia ha potuto sostituire… ma sono fatta così, pur riuscendo a muovermi agilmente nel mare del web, la mia agenda e i miei appunti di penna fanno parte di me e non intendo abbandonarli.
Inizio la ricerca. Lo spazio gentilmente messomi a disposizione inizia a riempirsi di faldoni, documenti, fascicoli dalla grafia antica a volte quasi illeggibili.
Sono fuori dal mondo, resto immersa per ore in quelle carte. Trovo dei nomi e mi pare di vederle le mie antenate, quasi tutte vestite di nero, con gli scialli che coprono il capo. Camminano per strade polverose ricolme di macerie, stanche di quell’inutile guerra che ha portato ancora più povertà e miseria, che ha strappato loro amori, affetti e figli. Hanno però la consapevolezza che devono agire, protestare, far sentire la loro voce: è come se davanti ai miei occhi si srotolasse un film in bianco e nero.
Un sussulto al cuore: ecco Maria Segreto
Finalmente trovo il nome che cercavo: Maria Segreto. Un sussulto al cuore… la vedo… giovanissima dagli occhi di brace e con i lunghi capelli neri… sta parlando con altre donne, le sta incitando a ribellarsi, a non subire passivamente quello stato di violenza e morte a cui vogliono piegarle.
Inizio a confrontare date e dati, ad annotare luoghi e circostanze. Non avverto né sete e né fame e nemmeno la maledetta voglia di fumare una sigaretta.
Sono entrata in un mondo perduto dove non ho mai vissuto. Immersa tra le vecchie carte e con le mani tra i capelli, sobbalzo quando una voce gentile mi comunica che l’Archivio sta per chiudere, che posso ritornare domani per le mie ricerche.
Raccolgo le mie forze e la perplessità dello scorrere veloce del tempo. Esco sempre dall’antico portone e trovo la tenue luce del tramonto. Non c’è più il sole . Mi incammino sulla strada del ritorno.
Domani continuerò la mia ricerca, devo riportare alla luce voci, speranze e proteste di queste donne che nessuno ricorda più . Devo raccontare le loro storie.
Dovrò percorrere strade lunghe e dimenticate su cui , spero, raccoglierò piccole, brillanti scintille da restituire alla memoria collettiva.
Ester Rizzo
L’immagine di copertina è tratta da anpicatania
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