‘Il vestito nuovo’: Woolf
e l’insostenibile inadeguatezza femminile.
Sono le donne a pagare più caro l’adeguamento ai modelli imposti dalla società
Nel racconto ‘Il vestito nuovo’ Mabel, recandosi ad una festa con un abito fuori moda, di colore giallo, si sente come una “mosca”, di quelle che “annaspano cercando di raggiungere il bordo del piattino” mentre le altre persone sono “libellule, farfalle, splendidi insetti danzanti”. Virginia Woolf descrive il senso di inadeguatezza dandogli un carattere universale.
A colazione con Virginia Woolf
È stato durante la lettura di questo racconto, nell’ambito del laboratorio teatrale ‘A colazione con Virginia Woolf’ che si è tenuto a novembre a Melegnano, promosso da Serena Cazzola e Rosanna Gay, (autrici di ‘SORELLE’) nell’ambito di Bookcity, che abbiamo potuto constatare come, benché il senso di inadeguatezza si manifesti in modi e tempi differenti per ogni persona, sia un elemento preponderante nell’universo femminile.
L’inadeguatezza
Tutte le partecipanti si sono ritrovate, in misura diversa, a seconda dell’età, nel racconto mentre la parte maschile dei presenti ignorava addirittura questa sensazione, non rispecchiandosi in essa.
“(…) perché non essere originale? Perché non essere sé stessa comunque?” si chiede Mabel nel racconto ma però, poi, alla festa, finisce per “fermarsi a guardare un ritratto (…). Tutti sapevano perché lo faceva, per vergogna, perché si sentiva umiliata”.
Sono dunque le donne, abbiamo appurato in maniera sperimentale, a doversi misurare sin da piccole, in qualsiasi contesto sociale, con i modelli imposti dalla propria società.
“Era così meschino, così vile e spregevole prendersela tanto, alla sua età e con due figli, essere ancora così incredibilmente dipendente dal giudizio altrui, non avere idee né opinioni proprie” – scrive Virginia Woolf nel racconto.
La consapevolezza
Solo con l’età e la consapevolezza ciascuna può trovare il proprio metodo di ‘sopravvivenza’, con l’accettazione o il superamento dei limiti di cui è pieno il mare in cui annaspiamo.
Ma a quella festa Mabel “(…) Sapeva di essere condannata, disprezzata, abbandonata in quelle acque morte, proprio per il suo essere così, una creatura fragile e incerta; e le sembrò che il suo abito giallo fosse un castigo meritato”.
Scritto dalle ViWoPs Giulia e Laura
Il racconto di Virginia Woolf ‘Il vestito nuovo’ è incluso nel volume ‘Oggetti solidi, tutti i racconti e altre prose’ (alla pagina 257)
traduzione di Adriana Bottini e Francesca Duranti, a cura di Liliana Rampello.
Qui la versione in lingua originale de ‘Il vestito nuovo’ (The new dress) di Virginia Woolf
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