Nella tesi di laurea “One moment I’m happy; next I’m miserable” Giada Saturno confronta le figure femminili nei racconti di Virginia Woolf e Katherine Mansfield
Negli anni Venti del Novecento sia Virginia Woolf che Katherine Mansfield scrivono una serie di racconti in cui tratteggiano delle figure femminili. Nella tesi di laurea “One moment I’m happy; Next I’m miserable: epifania e disillusione nelle short stories di Katherine Mansfield e Virginia Woolf” che Giada Saturno ha sostenuto (2016-17) presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di laurea in Lingue, Culture, Letterature, Traduzione dell’Università La Sapienza di Roma le short stories vengono poste a confronto.
In particolare vengono analizzate, per le molte similitudini (in entrambi casi una giovane donna partecipa per la prima volta ad una festa importante in società) i racconti The introduction di Woolf e Her first ball di Mansfield.
La rappresentazione del femminismo
“Le due protagoniste – scrive la dottoressa Saturno – hanno molto in comune, tra cui la consapevolezza della propria femminilità e la rappresentazione del femminismo”. Nelle storie analizzate le protagoniste percepiscono di vivere in un mondo costruito dagli uomini e verso il quale si sentono inadeguate. In particolare in “The introduction”, la protagonista, Lily, scrive l’esperta nella tesi, “riflette sul fatto che i frutti del progresso («civilisation, churches, parliaments and flats») sono tutti stati creati dall’uomo; l’uomo è il solo ad avere un ruolo attivo nel mondo, e la donna non può far altro che ‘venerare, adorare, abbellire’ . Tra l’altro (…) anche se inconsapevolmente, è Mrs. Dalloway (Lily partecipa ad una festa in casa di Mrs.Dalloway, figura protagonista di un intero romanzo woolfiano, ndr), facendole incontrare Brinsley, a sacrificare Lily «al pesante gioco del patriarcato, facendo la sua parte per perpetuarlo. Lei, come la signora Ramsay (protagonista di Gita al faro, ndr) dopo di lei, non capisce veramente gli interessi di Lily e sembra inconsapevole del danno arrecato non solo alle donne più giovani ma anche a se stessa dal sistema sociale che sostiene così ardentemente”.
Deluse dal comportamento degli uomini
“Sia Lily che Leila (la protagonista di Mansfield, ndr) – spiega Saturno – vengono deluse dal comportamento degli uomini; ma allo stesso tempo, la voglia di scoprire l’amore e di sentirsi da loro desiderate è molto forte”.
Se le protagoniste vengono dissilluse dalle aspettative verso gli uomini (in Mansfield è forte anche la critica sulle diseguaglianze economiche e sociali), hanno però anche delle “epifanie”, dei “moment of vision”, momenti di visione in cui scoprono la propia femminilità. In Lily, questo avviene, spiega la dottoressa Saturno, in tre fasi, la prima durante la vestizione per il ballo, la seconda “mentre vede il proprio riflesso sul vetro di un taxi”, la terza, mentre attraversa la stanza con la Signora Dalloway, momento in cui si sente “pienamente consapevole e orgogliosa di essere una donna”.
“Attraverso le loro protagoniste, possiamo dire che Katherine Mansfield e Virginia Woolf hanno saputo rappresentare in modo straordinario la fuggevolezza della felicità, il valore delle emozioni, la differenza tra sogno e realtà, e infine le complessità e le contraddizioni dell’essere donna; in breve, le sue «difficulties and sensibilities and sadness innumerable» (difficoltà e sensibilità e tristezza innumerevoli)” conclude l’esperta nella sua tesi.
Di seguito uno stralcio della tesi, per gentile concessione della dott.ssa Giada Saturno al Virginia Woolf Project
Nata e cresciuta vicino al mare ma amante della neve, mi sono laureata in letteratura inglese e svedese all’Università “Sapienza” di Roma con una tesi sulle short stories di Virginia Woolf e Katherine Mansfield. Durante gli studi, ho collaborato con l’Istituto Italiano di Studi Germanici e l’Accademia di Danimarca al progetto “Translating Scandinavia”. Attualmente lavoro come insegnante privata di lingue straniere. Dal 2018 gestisco un blog: L’Altro Nord, in cui mi occupo principalmente di letterature scandinave.
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