Virginia Woolf Project

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Categoria Le storie di ViWoP

Le storie pubblicate da Virginia Woolf Project – ViWoP e inviate dalle nostre sorelle. Le nostre sorelle sono le donne che credono in questo progetto.

Uccidete l’uomo ragno

Una donna ritrova il respiro e la propria immagine allo specchio dopo aver strappato la tela intessuta dal compagno in ‘Uccidete l’uomo ragno’. Italia, 2020

“Tua moglie è una diavola!”

Foulard rosso come elmetto, bracciale di rame come scudo: un’imprenditrice agricola esemplare in “Tua moglie è una diavola!”, di Gemma Pacella. Italia, 2020  

“Voglio il divorzio!”

Nel 1974, in Italia, ci fu un referendum che proponeva di abrogare la legge istitutiva del divorzio del 1970. Vinsero i no. “Voglio il divorzio!”è la storia di Michela, Torino, anno 1975.

L’amore legato

I sogni di bambina risucchiati in una spirale di violenza. Ha il ritmo di una crime story il racconto ‘L’amore legato’ di Laura De Benedetti. Italia, anni 2000

Il miracolo dell’acqua

Una madre che, con grande forza d’animo, riesce ad emancipare sé stessa, le sue 4 figlie, il suo quartiere, ne ‘Il miracolo dell’acqua’ di Vincenza Russotto. Licata, anni ’60

La madre ritrovata

‘La madre ritrovata’ e il ritorno ad una terra gelosa, narcisista, “che nega il pane” nel racconto di Angela Mancuso. Sicilia, 2020

Nadia, la ragazza dell’est

Una ‘sorella’, un’orfana bianca, una strana malattia: vite sospese nel racconto ‘Nadia, la ragazza dell’est’ di Cettina Callea. Italia, 2020. 

La Raccattastorie

In ‘La Raccattastorie’ la scrittrice Ester Rizzo, racconta la sua giornata spesa a portare alla luce vite di sorelle vissute in altri secoli. Palermo, dicembre 2019.

“Ti aspetto sulla riva del fiume”

“Ti aspetto sulla riva del fiume”: due donne e una “intimità al di là delle ore e degli anni” nel racconto immaginifico della scrittrice Eleonora Tarabella

Mamma, anche io valgo quel che valgo

Danila Baldo con ‘Mamma, anche io valgo quel che valgo’ racconta una giornata d’inverno di  una casalinga negli anni ’60 nel Lodigiano e della consapevolezza di genere ‘sentita’ sulla pelle ma a cui “non riesce a dare nome”.

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